Nel 2011 l’epidemia di listeriosi legata ai meloni si è sviluppata su 28 stati, infettando 146 americani per lo più anziani causando 31 morti. Il 2011 si ricorderà come l’anno con la peggior incidenza di mortalità negli Stati Uniti per malattie di origine alimentare. Bisogna infatti andar indietro di un secolo, al 1911 per trovare un evento peggiore: 2.000 infetti e 48 morti  a causa di streptococco da latte crudo a Boston.

Nella sua relazione finale sul focolaio, emessa l’8 dicembre scorso , il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha dichiarato che le vittime ammontavano a 30 a cui si doveva aggiungere un aborto  di una donna incinta. Dieci giorni dopo tale rapporto, un uomo di 92 anni, morì a Kansas City dopo aver combattuto la listeriosi per settimane. Suo figlio ha detto che la malattia è stata devastante – come se il padre stesse combattendo trauma cerebrale.

Tutto inizia in Colorado con il primo segnale il 2 settembre. Il Dipartimento di sanità pubblica del Colorado con sede a Denver, ha emesso un allerta per sette casi di Listeria segnalati nei precedenti cinque giorni, per un totale di nove casi in tutto il mese di agosto quando normalmente, lo stato del Colorado non vede più di un caso di Listeria al mese.

Durante il fine settimana, con un numero di casi di listeriosi crescente, le evidenze epidemiologiche raccolte dallo storico dei cibi consumati dai pazienti indicano che i meloni sono il primo sospettato di diffusione dell’agente patologico. Lunedì 12 settembre l’ ufficiale medico del Colorado, dichiara che le persone a rischio di infezione da Listeria non dovrebbero mangiare meloni cresciuti nella regione Rocky Ford.

Il Colorado conta solo l’1 o il 2 per cento della produzione dei meloni negli USA e complessivamente conta un paio di dozzine di coltivatori per lo più concentrati in pochi km quadrati disseminati lungo quella parte di fiume Arkansas che esce dalle Montagne Rocciose del Colorado. Dal 1880 questa regione è conosciuta per i prodotti che produce a cui ha dato lo stesso nome : i meloni Rocky Ford. Frutti particolarmente apprezzati per la loro dolcezza, che si dice essere il risultato di giornate calde e nottate fresche.

Dalla diffusione dell’allerta da parte delle autorità i negozi di alimentari hanno cominciato a rimuovere i meloni  Rocky Ford dai loro reparti.

Nell’arco di pochissimi giorni il CDC e il CDPHE (Colorado Department of Public Health and Environment) individuano la causa e l’origine del focolaio. Una particolare fattoria (una sola!) da cui provengono i meloni contaminati. Meloni che però nel mese precedente hanno già raggiunto almeno 24 stati e sono potenzialmente per gli individui più sensibili ovvero: bambini, anziani e donne in stato di gravidanza.

La partita si sdoppia, sul fronte originale del contagio si cercano i motivi e le cause della contaminazione e i corrispondenti ceppi patogeni trovati sui frutti nelle catene di distribuzione mentre sul fronte della vendita si cerca di ritirare dal mercato tutto il prodotto potenzialmente contaminato e contemporaneamente avvertire la popolazione. Ma il bilancio è destinato tragicamente ad aumentare poiché, comunque, al momento dell’individuazione dell’agewnte patogeno e alla diramazione delle allerte molti meloni erano stati consumati e, purtroppo, era solo questione di tempo.

Mentre sempre più stati segnalano casi di contaminazione, gli investigatori identificano e isolano quattro diversi ceppi di Listeria coinvolti. E il bilancio delle vittime continua a salire.

Alla fine del lavoro degli investigatori statali e federali e con i risultati delle analisi, la US Food and Drug Administration, il CDC e il dipartimento salute pubblica statale, hanno  dichiarato che  13 dei 39 tamponi ambientali raccolti all’interno delle fattoria incriminata positivi per Listeria monocytogenes. Dodici dei campioni positivi sono stati dalla linea di lavorazione e uno dalla zona di imballaggio. Anche i meloni raccolti dalle celle frigorifere della ditta durante l’ispezione sono stati confermati come positivi per Listeria..

Mentre nessuna Listeria è stata trovata nei campi, anche se la FDA ha dichiarato che ci potrebbe comunque essere un basso livello di Listeria sporadica in campo. Presenza che seppur sporadica giustificherebbe la possibile introduzione nella struttura di imballaggio.

Questa è la prima epidemia di listeriosi associata ad un frutto intero. La contaminazione da Listeria monocytogenes  è storicamente associata con prodotti pronti per il consumo e prodotti trasformati come salumi, formaggi, latte crudo, verdure di IV gamma, ed è in genere considerata come un contaminante ambientale generalmente ubiquitario. I serbatoi noti  di Listeria  sono i ruminanti (come bovini, capre e pecore), le zone di vegetazione in decomposizione, le aree umide e gli ambienti difficili da pulire.

  • L’FDA ha individuato i seguenti fattori come quelli che molto probabilmente hanno contribuito alla contaminazione dei meloni interi con Listeria monocytogenes.
  • Un basso livello sporadico Listeria monocytogenes in ambiente agricolo e sui meloni raccolti possono aver contribuito alla introduzione del patogeno nelle strutture di confezionamento.
  • Un camion usato per trasportare i melone scartati verso stalle di bestiame era parcheggiato adiacente alla struttura di imballaggio e avrebbe potuto introdurre contaminazioni all’interno della struttura;
  • La progettazione delle strutture ha permesso all’acqua sul pavimento della zona imballaggio di mescolarsi con quella presente sull’adiacente passerella delle attrezzature e della zona di accesso dei dipendenti alle stazioni di lavorazione;
  • Il pavimento della zona imballaggio è stato costruito in un modo da non essere facilmente pulibile;
  • Le apparecchiature per l’imballaggio non sono facilmente pulibili e disinfettabili;
  • Le apparecchiature di lavaggio dei meloni utilizzate prima dell’imballaggio dei meloni sono state precedentemente utilizzate per la gestione post-raccolta di un altro prodotto (patate)
  • Non è stato fatto un pre-raffreddamento per rimuovere il calore dai meloni accumulato in campo prima di stoccarli in celle frigorifere. La condensa che si crea in questo modo contribuisce fortemente alla crescita dei batteri presenti e in un certo modo seleziona proprio la Listeria poiché riesce a crescere a temperature più basse di altri batteri.

Queste in sostanza, sono le conclusione inviate dal FDA ai gestori della fattoria. Che dovranno rispondere di violazione delle norme igieniche legate alla lavorazione dei prodotti agricoli e altre possibili imputazioni oltre che un peso incredibile di vittime.

Alcune mie osservazioni conclusive. L’FDA ha trovato i tamponi positivi alla Listeria e tanto bastava alle autorità per dichiarare che il caso è stato risolto ma io mi domando. Siamo sicuri? Le osservazioni elencate dall’FDA e riportate sopra non risultano essere troppo sommario e generalizzate, per addetti ai lavori sono ovvietà ma a livello di produzioni primarie ne troveremmo infinite di medesime lacune anche in strutture europee.

Non c’è necessità di investigare più in profondità?

[box] Infine, una causa che non si trova nei vari rapporti, verbali o resoconti tecnici, i fratelli titolari della fattoria coinvolta (unica fattoria coinvolta) seppur con anni di esperienza sulla coltivazione e distribuzione di Meloni e con una azienda certificata e con le autorizzazioni federali alla vendita in 27 stati si ritrovavano, per la prima volta nel 2011, ad essere i titolari diretti dell’impresa. Il padre infatti era deceduto l’anno precedente e questa era la loro prima stagione come responsabili diretti dell’intera fattoria e probabilmente anche l’ultima. Evidentemente pensavano di saperla più lunga, di generare maggior profitto con costi inferiori e di poter abbreviare alcuni processi di lavorazione o eliminare tempi di pulizia….. un problema di presunzione generazionale?[/box]